
LEGO | VERTIGO | RAIN DOGS
ph. ©2013 A.Anceschi
LEGO
Coreografia, allestimento e costumi di GIUSEPPE SPOTA
Musiche: E. Bosso | A Filetta | J. Jóhannsson | O. Arnalds/N. Frahm
Luci: Carlo Cerri
Video e sound design: OOOPStudio
Realizzazione costumi: Francesca Messori – Sartoria Aterballetto
Ponti, legami, strade da seguire per cercare se stessi, per cercare amore, amicizia, famiglia, vita. Eventi che stabiliscono unioni, che si trasformano in altri eventi.
La necessità suprema e ineluttabile di camminare, di realizzare, mattone dopo mattone, la via da percorrere, di comprendere coloro che ne faranno parte e di raccogliere tasselli senza i quali molti rapporti non sarebbero tali.
Il disegno di una grande mappa, dunque: strade e dedali che si intersecano, si incontrano e scontrano, che indicano la direzione ed il movimento, che creano relazioni casuali o volontarie.
Ma una città non è sempre perfetta.
In questo andirivieni intricato è facile perdere l’orientamento. Alcune strade potranno essere chiuse o con lavori in corso, tanto dissestate da compromettere gli stessi incontri.
Ognuno avrà una reazione: ci sarà chi tornerà indietro e ricomincerà dal punto di partenza, chi si arrenderà e chi deciderà di superare gli ostacoli ricostruendo, coi tasselli trovati, quella strada che tanto appariva insidiosa ed incerta. (D.S.)
Durata: 35 min.
VERTIGO
Coreografia di MAURO BIGONZETTI
Musica di DIMITRIJ SOSTAKOVIC
Luci di CARLO CERRI
Spingere all’estremo il corpo fino alla vertigine, Vertigo.In Vertigo tecnica e forza espressiva si fondono completamente.Le possibilità del corpo vengono portate all’estremo, alla soglia della vertigine, senza mai sfociare nell’atletismo e conservando una grande forza espressiva.
Durata: 12’
RAIN DOGS
Coreografia di JOHAN INGER
Musica TOM WAITS
Scene e Costumi JOHAN INGER
Luci PETER LUNDIN
Inizia a piovere;
quel cane che, curioso e sicuro del suo olfatto si era mosso oltre i suoi soliti confini, alla scoperta di ciò che vive lontano, perde improvvisamente la strada del ritorno, la pioggia ha inesorabilmente cancellato tutte le tracce.
E’ questa l’immagine da cui prende forma “Rain Dogs”, si materializza a rappresentare quelle complessità e quelle contraddizioni che caratterizzano il rapporto con il mondo e che segnano le relazioni con gli altri.
Quando la ricerca di un senso perde ogni punto di riferimento, l’incertezza e il disorientamento sembrano rendere impossibile il ritorno a casa, a ciò era e che non è più.
Questo è il momento in cui la solitudine e lo smarrimento si manifestano attraverso le più diverse sfumature; con ironia e drammaticità, con leggerezza o disperazione.
Il tentativo di ritrovare la via in una sorta di “ scivolosa crisi d’identità” diviene condizione esistenziale.
“Ho pensato che se fossi riuscito a catturare anche solo un po’ di tutto questo allora, forse, sarei riuscito a fare ciò che volevo”
Rain Dogs, è il desiderio affrontare questi temi non nuovi, attraverso atmosfere e sensazioni in qualche modo altre, c’è infatti “un carattere esotico in Tom Waits che richiama gli Stati Uniti di Charles Bukowski, c’è un odore, ci sono dei colori che la sua voce riesce a catturare e che ci portano – come ascoltatori – a fare molte associazioni. Non sono stato letterale in questo lavoro ma c’è qualcosa di estremamente terreno ma allo stesso tempo intellettuale e acuto in Tom Waits. Ho sentito che la sua voce funzionava bene con il mio movimento e il mondo che immaginavo; ho sentito che le sue storie e i suoi ritmi erano in sintonia con il mio linguaggio e con la mia idea. Non è certo la prima volta che tratto temi come la solitudine e le relazioni ma in questo caso la musica mi ha permesso di trovare “un’entrata diversa”, ho lavorato sugli stessi concetti ma attraverso la prospettiva di Tom Waits. Per questo non è stato affatto difficile connettere la musica alla danza.”
Durata: 35’